L’opera “Black box” nasce come concept focalizzato sul racconto del Covid 19 nel corso di Videoinstallazione 2019/2020 dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, per aprirsi ad una più ampia narrazione della società contemporanea.

Black Box è un mosaico tecnologico fatto di smartphone, un’opera d’arte che grazie al contributo dei fruitori/attori vuole raccontare la società contemporanea. Comunicare ha significato da sempre separarsi da sé per essere “io”, incontrarsi per riconoscersi come “altro nell’”altro”, trasferendo parte di sé e ricevendo parte dell’altro. 

Elisa vi condurrà verso un percorso di creazione co-autoriale per realizzare un mosaico tecnologico collettivo. L'incontro consta di due fasi: 

1. CREAZIONE OPERA PERSONALE - workshop (mattina) 

2. INSTALLAZIONE COLLETTIVA - mostra aperta al pubblico (serata)

Strumenti necessari: ogni partecipante deve disporre di una Smartphone. 

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L’opera “Black box” si propone come una sperimentazione sull’identità delle persone nella comunicazione mass mediale e perviene alla formalizzazione delle relazioni tra artista e pubblico, nella dimensione della complicità di ruoli che è propria della videoinstallazione, in cui l’artista e il pubblico partecipano alla stessa azione, modificandola e arricchendola secondo uno schema che può ampliarsi all’infinito.

Lo smartphone, come lo era stato precedentemente il telefono, fissa nell’oceano sconfinato di comunicatori alla pari e dall’identità sempre più vaga, la polarità della comunicazione a due, quasi un luogo segreto cui affidare la parte più intima di sé. Ma è proprio lo smartphone che, nella dinamica iper-collettiva della comunicazione contemporanea, lascia che anche la parte più intima di sé si trasferisca sul grande palcoscenico “social”.

BIO 

Elisa Larai è Docente di Videoinstallazione nell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Dal 2009 dirige a Potenza il LAP Laboratorio permanente di Arte Pubblica che ha l’obiettivo di trasformare L’Italia nel più grande laboratorio di arte Pubblica d’Europa. La sua ricerca è tutta incentrata sui temi dell’identità, dal 2005 porta avanti l’opera Private Conversation, video proiezioni su architetture urbane che ne svelano i vissuti interni nell’ottica del trasferimento del privato nel pubblico. Nel 2001 consegue il diploma di laurea in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, approfondisce i suoi studi presso l’Università Paris 8 di Parigi e la Wimbledon School of Art di Londra. 

Nel 2000 realizza il primo dei suoi numerosi interventi di Arte Pubblica nella manifestazione Oltre il Giardino a cura di Roberto Daolio. Numrosi critici, tra i quali Bruno Di Marino, Eleonora Frattarolo, Dede Auregli, Antonella Marino, Dores Sacquegna, Marta Massaioli, Rosalba Branà, Rosalba Paiano, Mili Romano hanno scritto di lei e curato le sue maggiori esperienze espositive personali e collettive dal 2000 ad oggi in Gallerie Private e Musei, come la GAM di Bologna; la Biennale Giovani artisti del Mediterraneo, Sarajevo, la XIV Quadriennale di Roma, la 54° Biennale di Venezia alle tese di San Cristoforo Arsenale Nord di Venezia, Nel Gennaio 2004 crea a Bologna Orfeo Hotel contemporary art project, opera d’arte in progress sul concetto di Scambio Identitario. Dal 2006 al 2009 a Bologna, co-cura la manifestazione annuale Art for Art’s Shake. 

Diverse le residenze artistiche, ultima nel 2017 la residenza internazionale presso la 18th Street Arts Center di Los Angeles, in occasione della quale ho creato un’opera sulla violenza sulle donne, interpretata da 5 tra artiste, curatrici e direttrici di Progetti d’Arte contemporanea al femminile, tema a cui dedica grande interesse.